Oggi parliamo della storia dell'olio.
L’ulivo è sempre stato simbolo di pace, ed è una pianta che accompagna l’uomo ormai da secoli , anche millenni.
Grazie ai Greci fu possibile la diffusione nel mediterraneo dell’ulivo. Essa, era considerata molto importante come pianta all'interno della cultura greca , infatti: secondo la mitologia greca,” per aggiudicarsi il possesso della protezione su Atene gareggiarono Poseidone, dio del mare, e Atena, figlia di Zeus, dea della saggezza. Poseidone colpì con il suo tridente la roccia (su cui successivamente sarebbe sorta l’Acropoli) e da questa fece venir fuori una fonte d’acqua marina ed un cavallo più veloce del vento. Atena piantò il primo ulivo, albero che, per millenni, con i suoi frutti avrebbe dato un succo meraviglioso che gli uomini avrebbero potuto usare per la preparazione dei cibi, per la cura del corpo, per la guarigione delle ferite e delle malattie e quale fonte di luce per le abitazioni.”
Dopo i Greci che favorirono la diffusione dell’ulivo nel mediterraneo tocco ai Romani il compito di portare al maggior sviluppo la coltivazione di questa pianta. L’ulivo fu piantato ovunque nell'impero tanto che l’impero romano impose il pagamento dei tributi sotto forma di olio di oliva. Sempre grazie a loro il processo di produzione migliorò, ci fu la distinzione di diverse tipologie di olio collegate al momento della spremitura,(si identificarono ben 5 specie di olio). Anche nella mitologia romana l’olio ha avuto una certa importanza infatti fu proprio Ercole che introdusse l’ulivo dal Nord Africa e che poi la dea Minerva avrebbe insegnato l’arte della coltivazione e dell’estrazione dell’olio agli uomini. Come al solito con la caduta dell’impero romano ebbe un periodo di declino anche la coltivazione dell’ulivo.
Nel medioevo, (periodo buio della storia), l’agricoltura era prettamente di sussistenza e per questo motivo le colture più sviluppate erano quelle che riguardavano i cereali di base. La maggior parte degli ulivi era posseduta dalla chiesa e l’olio era usato per le funzioni liturgiche. Soltanto dolo il 1100 d.C. ci fu la rinascita dell’olivo in Italia, infatti gli oliveti ricominciarono a fiorire anche grazie alla borghesia che ne fece una fonte di guadagno importante con la commercializzazione dell’olio di oliva. Nel 1300 d.C. l’Europa si divise in due fazioni, la prima quella del Nord preferiva i grassi animali, invece quella del Sud, specialmente l’Italia fece dell’olio condimento base di ogni pietanza. Non a caso nel 1400 l’Italia aveva il primato sulla produzione dell’olio d’oliva nel mondo. Fu nel 1700 con la cultura dell’olio in crescita, l’Italia aumentava il suo prestigio anche con la produzione di olio d’oliva e fu proprio a metà del secolo che la Toscana estese al massimo la coltivazione dell’ulivo definendo così la sua vocazione. Solo nel 1800 l’olio d’oliva fece il suo debutto in America grazie agli immigrati italiani e greci, che iniziarono a chiederne l’importazione dall'Europa.
Nel 900 dopo le guerre, l’olio era visto come elemento povero, e vide diminuire la propria valenza di ingrediente nutrizionale e pian piano sostituito dai “più ricchi” grassi animali.
Oggi , grazie al successo della dieta mediterranea, considerata la migliore nel mondo, l’olio extravergine d’oliva , elemento cardine della dieta, è diventato uno dei prodotti alimentari più graditi al mondo.
L’olio extravergine, ancor di più se biologico e spremuto a freddo, è la tipologia di olio d’oliva migliore. Si differenzia dal comune olio d’oliva perché viene estratto solamente dalla spremitura delle olive, senza altri tipi di procedimenti. L'extravergine contiene quantità di omega 3 e omega 6 che lo rendono il grasso più simile al latte materno. Per via del suo alto livello di poli-fenoli, sostanze preziose per il mantenimento della salute del nostro organismo, è considerato un potente antitumorale. Una ricerca condotta presso l’Università di Firenze ha studiato gli effetti dell’olio extravergine d’oliva nella prevenzione dell’invecchiamento e delle malattie degenerative, con particolare riferimento al morbo di Alzheimer. Gli effetti positivi sono attribuiti alla ricchezza di antiossidanti di questo alimento.
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